NIETZSCHE: VERITÀ E MENZOGNA

LA VERITÀ E LA MENZOGNA


È l’uomo che crea la divinità. Ma perché la crea? Secondo Nietzsche, l’essere umano si rende conto della propria finitudine e ne soffre a tal punto, che colloca fuori di se, in una creatura trascendente, quella perfezione di cui egli si sente privo e che vorrebbe possedere a tutti i costi. A causa di questo spostamento in una entità superiore di tutto ciò che è buono, giusto e positivo, l’uomo finisce inevitabilmente per considerare tutto ciò che lo riguarda, dagli istinti alle passioni, come un qualcosa di negativo, colpevole e deprecabile. Tutto ciò che è umano assume, così, dei connotati tristi e peccaminosi, in quanto costituisce il segno evidente dell’imperfezione e dell’incompletezza terrestre. Ritenendo perfetto e giusto il cielo, l’uomo finisce per dimenticare che egli è nato per vivere solo sulla terra. Egli è solo corpo, non possiede un’anima. Solo l’accettazione della vita così come essa è, con tutti i suoi problemi, porta alla gioia. Quando ci viene insegnato di seguire sempre la voce della nostra coscienza, la parola di Dio dentro di noi, in realtà ci viene detta una grande menzogna. La voce della nostra coscienza rivela soltanto la presenza in noi delle direttive imposte dalle autorità sociali che ci governano. Ogni coscienza umana è sempre il risultato di un gioco di influenze e di un equilibrio gerarchico di forze contrastanti che derivano da una particolare situazione storica e sociale.

A questo punto è utile sottolineare il grande scetticismo nutrito da Nietzsche rispetto al significato profondo della parola verità. Per il pensatore tedesco tutto ciò che noi chiamiamo usualmente verità, non è altro che un’illusione della quale abbiamo dimenticato la natura illusoria. Secondo Nietzsche l’uomo ha bisogno di verità per poter comprendere il significato della realtà che lo circonda. Ogni essere umano usa il proprio intelletto per rendere leggibile il mondo, ovvero per inquadrarlo razionalmente. Solo attraverso i concetti l’uomo riesce a crearsi la visione di un mondo regolare. È questo il motivo per il quale l’uomo ha una grande fiducia nella scienza, poiché in essa riscontra la capacità di razionalizzare tutto ciò che studia. L’essere umano necessita, inoltre, di modelli e maestri del passato che possano consolarlo e mostrargli continuamente la retta via da intraprendere. A questo punto l’intelletto, dopo aver creato delle verità da seguire per rendere razionale e stabile l’esistenza umana, tutela ulteriormente l’individuo celandogli la natura menzognera di tali verità. Non si limita, cioè, a creare dei miti, ma si occupa anche di far dimenticare all’umanità che è stato egli stesso a crearli. L’uomo può vivere tranquillo solo se si dimentica del fatto che è la sua stessa fantasia ad illuderlo dell’esistenza della verità nel mondo . Se l’uomo crede ad una menzogna per molti secoli, allora questa finirà per essere riconosciuta come una verità da tutti gli uomini, poiché verrà potenziata e trasmessa di generazione in generazione e finirà per sembrare solida e vincolante per popoli interi. Quando una precisa parola rimanda sempre a una stessa immagine nel corso del tempo, l’uomo finisce per credere che ciò sia il frutto di un rapporto causale. Da tutto questo discorso risulta palese come ogni uomo finisca per confondere le metafore, create dalla sua fantasia, con la verità presente nelle cose stesse. L’evidenza che ci fa ritenere vera una proposizione non è segno di una sua verità, ma è solo segno che quella proposizione corrisponde meglio di altre ai condizionamenti psicologici e sociali che ci dominano. Tutto ciò che di volta in volta si presenta come verità non è altro che la prevalenza di un certo criterio del vero imposto da questo o quel gruppo di maggior potere sociale. Non esiste alcuna verità-base, conclude Nietzsche, perché anche la credenza nel valore della verità è una credenza storicamente condizionata. Mi sembra opportuno suggellare questo breve saggio sul filosofo tedesco riportando una suo aforisma esplicativo su questo tema.

“Vi sono nel mondo più idoli che realtà e sono proprio questi idoli(gli ideali) che hanno fatto decadere il mondo.”

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